Scienza, Ambiente & Salute

Tutto ciò che è libero e selvaggio

Aldo Leopold, padre e pioniere dell'etica della terra

''Tutto ciò che è libero e selvaggio'' edito da Piano B è un’antologia di testi inediti in Italia di Aldo Leopold. Un piccolo prezioso libro che si rivolge non solo a chi vive della terra, ma anche a tutti coloro che in questi tempi così devastati dal profitto e dalla violenza cercano nella natura, conforto, bellezza e pace.

Grazie alla traduzione di Luca Castelletti questi scritti indicano cosa fare (e come essere) «per la salute della terra», temi che hanno fatto di Aldo Leopold uno dei punti di riferimento del mondo ecologista. Nella sua vita fu guardaboschi, filosofo, scrittore e ambientalista.

Considerato l’erede spirituale di Henry David Thoreau e John Muir, Leopold è il padre della filosofia della wilderness e pioniere dell’etica della terra. È ritenuto tra i più grandi ecologi del Ventesimo secolo. Fu infatti tra i fondatori della Wilderness Society.

Il suo ''A Sand County Almanac'' (Pensare come una montagna), manifesto dell’ambientalismo moderno è divenuto un classico della letteratura naturalistica, che ha influenzato generazioni di lettori e ambientalisti, vendendo sino a oggi quasi otto milioni di copie in tutto il mondo.

Quello che troviamo descritto dalla sua fervida e sensibile mente è ciò che qualifica il moderno conservazionismo. Il suo appello per la salvaguardia e la tutela della natura è connesso alla necessità di sviluppare un’etica della terra: è un invito a considerare la specie umana non come “rivale” né “padrona” della natura, ma come la sua più preziosa alleata e custode.

Ma cosa significa salvare la terra, farne buon uso e averne cura? Il criterio collettivo che definisce un buon uso della terra deve essere qualcosa di molto più profondo del profitto e della resa. I fondamenti di un’etica della terra poggiano sul trascendere il punto di vista antropocentrico e contemplare la natura e le creature non come proprietà da sfruttare ma come un organismo dotato di equilibrio, armonia e bellezza - da cui dipende la nostra stessa integrità e salute.  

E allora Leopold ci insegna a guardare il mondo con occhi nuovi e diversi: le specie animali e vegetali selvatiche sono una parte imprescindibile dei meccanismi della terra e la loro scomparsa è all’origine di pericolosi squilibri.

«Il biota nella sua totalità è caratterizzato dalla bellezza»

Dobbiamo quindi averne cura che si tratti del canto delle oche, della danza dei cervi in amore, del rumore di un torrentello che ha trovato la sua via nei secoli e che l'uomo non dovrebbe deviare per nessuna ragione al mondo. Nei suoi testi c'è quell'elogio al mondo selvaggio che ai suoi tempi, così fortemente regni delle buone maniere vittoriane, non poteva passare inosservato.

Leopold era nato nel 1887 a Burlington, nello stato dello Iowa. Il suo pensiero è centrato sul valore della biodiversità che genera stabilità, per questo dobbiamo conservare la natura selvaggia. L’intero sistema è interconnesso la terra è stabile se c’è circolarità in questo sistema. «La conservazione ambientale è un rapporto armonioso tra uomo e terra».

Cosa succede se il meccanismo della terra viene convertito all’uso dell’uomo? Succede che si genera instabilità: il fiume deviato per sfruttare le acque genera prima o poi esondazioni. Altri ''mali manifesti'' della mano dell'uomo stanno nelle erosioni, nelleinfestazioni, nelle estinzioni di specie.

Solo una relazione armoniosa, simbiotica e responsabile  tra l’uomo e l’ambiente potrà garantire la vita; un rapporto disarmonico e imperfetto condurrà al degrado, alla malattia e all’impoverimento della vita umana e dei suoi valori fondamentali. Determinante è l'educazione.

«Quel che l’educazione alla conservazione deve costruire è un sostegno etico a favore dell’economia della terra, e una curiosità universale nei confronti dei suoi meccanismi. E allora forse potremo parlare di conservazione».

Per questo occorre ridefinire il concetto di comunità in modo che non comprenda solo gli esseri umani ma terra, acqua, animali e piante, e occorre abbandonare un utilitarismo sconsiderato a favore di un’evoluzione culturale centrata sull’educazione alla percezione e alla bellezza. Ma occorre anche cambiare il nostro modo di percepirci. Non siamo padroni di nulla. Siamo semmai padroni del nostro tempo che va speso bene, persino in un inutile passatempo se ciò ci aiuta a stare meglio. Occorre saper vedere e saper gioire del maraviglioso spettacolo che la natura ci offre ogni giorno, e occorre stare nella natura per tornare ad essere umani e a percepire, ad eleborare col pensiero le sensazioni provate. Leopold lo spiega in un meraviglioso passaggio che fa da chiosa al libro.

''E quando la brezza del crepuscolo soffia tra i campi di cotone e la luce argentea ammanta il vecchio fiume, che avanza delicatamente tra i suoi larghi e bruni banchi di sabbia, cosa sarebbe di tutto questo se non ci fosse più l'armonia delle oche?''

Gioire di questo, ci rende esseri umani felici perchè capaci di vedere e... sentire.
(c.perer)

 

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