Scienza, Ambiente & Salute

Difendersi dalle alluvioni: serve informazione

Life Franca insegna e fa formazione su previsione alluvioni e rischio idrogeologico

Conoscere e anticipare il rischio alluvionale nelle Alpi non basta, serve anche la comunicazione e la percezione tra i cittadini. Di questa evidenza si è fatto carico il progetto  Life Franca ed è rivolto a tutti: cittadini e studenti, insegnanti, amministratori, politici, tecnici e giornalisti.

Iniziato nel luglio 2016, è terminato nel dicembre 2019 ed è stato selezionato tra i 5 progetti migliori nella categoria Climate Action, per aver contribuito con il suo operato a implementare la politica e la strategia UE sull'adattamento ai cambiamenti climatici. Il progetto ha supportato infatti l’attuazione delle prescrizioni contenute sia nella “Strategia dell'UE sull'adattamento ai cambiamenti climatici” del 2013, che nella “Direttiva Piene EU” del 2007 e ha perseguito due degli obiettivi di sviluppo sostenibile che l’ONU ha proposto a tutte le Nazioni per raggiungere un futuro sostenibile nel 2030 (n° 11 Sustainable cities and n° 13 Communities e Climate action tra i 17 “Sustainable Development Goals”).

Grazie a una serie di focus group e ad attività di educazione e divulgazione rivolte sia alle scuole che alla cittadinanza, LIFE FRANCA ha aumentato la resilienza delle comunità nelle regioni alpine, altamente vulnerabili agli eventi metereologici estremi, incrementando la consapevolezza del rischio alluvionale. La sperimentazione ha riguardato le aree di Trento, Borgo Valsugana, Strembo e Bocenago in Val Rendena.

Il progetto ha raggiunto 79.831 cittadini in occasione di eventi pubblici (mostre, science cafè, conferenze, seminari, science show); 8.771 studenti in attività educative (laboratori sperimentali, escursioni sul territorio, visite guidate); e ha condotto 2011 interviste alla popolazione sulla percezione del rischio di alluvione. Durante il progetto sono state osservate un totale di 16.526 interazioni online (sito web, portale, video, rapporti, follower sui social media). Il team del progetto ha formato 505 professionisti (giornalisti, docenti e tecnici) e ha organizzato 54 esercizi di futuro (con 500 partecipanti al focus group in 3 aree di studio).

 

 

Quali sono le azioni e strategie che dovrebbero essere messe in campo e da chi per poter gestire e difendersi dagli eventi calamitosi di natura alluvionale? In sintesi sono legate a previsione, prevenzione, anticipazione, gestione delle emergenze, informazione ed educazione.

Imparare a prevenire e ridurre gli effetti di un’alluvione è infatti una responsabilità di tutti: istituzioni e cittadini. La conoscenza dei fenomeni idrogeologici, i principali strumenti e azioni per la difesa dal rischio alluvionale e le linee guida dell’anticipazione sono il nuovo approccio alla gestione dei rischi naturali proposto in Life Franca, che ha "trovato casa" in Trentino non a caso.

"Molte località del Trentino sono percorse da numerosi piccoli torrenti montani e da grandi corsi d'acqua di fondovalle perciò gli eventi di piena nella provincia di Trento sono tutt'altro che rari" spiegano gli esperti di Life Franca. Nonostante questo la consapevolezza dei rischi nella popolazione è scarsa e non sempre vi è una corretta comunicazione della gestione dei fenomeni. Perchè si lavora e molto: per imbrigliare, contenere, costruire difese, riparare. E spesso la popolazione non lo sa. Da qui una iniziativa svolta con il MUSE di Trento anche con i giornalisti, per suggerire  il modo corretto di comunicare alla pubblica opinione la complessità di questa materia.

Andando sullo specifico di ingegneria idraulica sono due i case-history che indicano come si può agire sulla forza della natura: le opere di difesa dell'abitato di Borgovalsugana soggetto a molte alluvioni nella sua storia perchè posto alla confluenza dei due torrenti che originano il Brenta, ed il conoide di Ravina, centro abitato alle porta di Trento sorto nonostante si trovi ai piedi di un rio che origina colate detritiche. Ci vuole storia e matematica per provarlo, ed è con l'ingegneria idraulica che si interviene.

Interessante il caso di Borgo Valsugana, località affascinante con le sue case affacciate sul fiume Brenta o direttamente costruite sulle sue sponde. Questo aspetto è la bellezza di Borgo ma è anche un problema: in caso di piene la città è molto esposta al rischio trovandosi su uno dei nodi idraulici più critici della Provincia di Trento. Nella sua storia sono state tante le esondazioni del Brenta, i fiume che si origina proprio a Borgo dall'unione di due torrenti. Molte le alluvioni fin dal '500: passeggiando lungo le sponde si leggono le testimonianze storiche dei livelli raggiunti dal corso d'acqua negli eventi alluvionali del passato, tanto che la popolazione si è autonomamente organizzata. Basta osservare gli antichi portoni con i gargani ovvero "i binari" in cui venivano inserite le paratie a presidio delle abitazioni.

L'ultima grave esondazione del Brenta è stata nel novembre '66 quando il fiume ha allagato vaste zone a monte dell'abitato ed è uscito in più punti proprio nel centro storico interessando la via principale ed i portici. Da allora numerosi studi sono stati avviati per trovare soluzioni a questo problema idraulico (si era pensato ad una galleria oppure ad una riprofilatura dell'alveo in modo tale da avere più spazio per le piene, progetto poi abbandonato).

L'approccio di difesa al presidio di Borgo Valsugana si è orientato alla riduzione del rischio idraulico con una serie di eventi in parte all'interno della città in parte nel tratto a monte. Ecco che in caso di alluvione i vigili del fuoco sono in grado di chiudere il ponte e di far sì che l'acqua eventualmente in eccesso possa scorrere in superficie ritornando nell'alveo. Inoltre sono in grado di allestire in poco tempo un innalzamento degli argini che danno sui portici dove sono stati anche sostituiti o alzati i parapetti. Lo hanno mostrato al gruppo di giornalisti intervenuti alla giornata di studio promossa nell'ambito del progetto, lo scorso 7 settembre, proprio per approfondire le tematiche legate alla comunicazione del rischio. Perchè le opere servono senz'altro (una passerella molto bassa è stata eliminata, un'altra demolita e ricostruita) ma la necessità  è di far crescere nella popolazione la consapevolezza del rischio. E quella passa anche attraverso il ruolo dei media.

Il cuore del problema è infatti questo: informare, portare la popolazione alla gestione consapevole di una situazione di costante e potenziale pericolo. A questo mira il progetto Life Franca, coordinato dal professor Roberto Poli cattedra Unesco sui sistemi anticipanti e direttore del master in previsione sociale dell'Università di Trento che vi partecipa con il dipartimento di sociologia e ricerca sociale ed il dipartimento di ingegneria civile ambientale e meccanica. L'Università degli Studi di Padova partecipa con il suo dipartimento territorio e sistemi agroforestali. La Provincia autonoma di Trento attraverso il Servizio Bacini Montani, il distretto idrografico delle Alpi orientali, il Muse Museo delle Scienze di Trento e Trilogy srl.

Il rischio alluvionale in Trentino viene da esondazione di fiumi torrenti e laghi e da colate di detrito o fango. E' generalmente associato a precipitazioni intense o abbondanti e quello che si vuole fare è cercare di anticipare l'approccio che permette di preparare i cittadini a diversi futuri possibili. Obiettivo concretamente realizzabile attraverso una migliore informazione quindi il frutto sarà migliorare i processi decisionali e ridurre gli impatti di particolari tipi di rischio, ma anche recuperare brani di storia e di ambiente.

Il Servizio Bacini Montani della Pat - ad esempio - ha riconsegnato alla collettività anche una meraviglia della natura: l'Orrido di Ponte Alto dove è stato messo in sicurezza il percorso che conduce alle cascate del Fersina, e dove si assiste al miracolo della potenza dell'acqua (> leggi qui).

L'efficacia della prevenzione e mitigazione dei rischi dipende quindi dalla collaborazione di tutti i soggetti interessati. La cultura dell'anticipazione e della prevenzione dei rischi del territorio in Trentino e nelle Alpi genera sicurezza che però può essere garantita solo se si è preparati . Ecco che gli eventi alluvionali devono trovare processi partecipati: tra cittadini, tecnici, amministrazioni. L'obiettivo è arrivare ad un progetto pilota i cui risultati potranno essere applicati sia ad altre regioni che ad altri rischi naturali connessi ai cambiamenti climatici.

Educazione, conoscenza e partecipazione sono dunque le parole chiave  per invogliare chiunque a capire cosa "si muove nella natura" e segnalare ogni anomalia osservata sul territorio, nella convinzione che la partecipazione consapevole è già un grande passo avanti nel diminuire i rischi collettivi.

www.lifefranca.eu


Autore: Corona Perer

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