Arte, Cultura & Spettacoli

I dipinti e i disegni di Carpaccio

Fino al 18 giugno 2023 nell'Appartamento del Doge in Palazzo Ducale

Venezia - E' la prima grande monografica su “Vittore Carpaccio". Dipinti e disegni”, dopo quella ospitata nel lontano 1963. La mostra allestita nell'Appartamento del Doge, si è potuta concretizzare grazie alla collaborazione tra i MUVE e la National Gallery of Art di Washington.

Sono esposte opere di musei e collezioni internazionali, ma anche quelle custodite nelle chiese degli antichi territori della Serenissima, dalla Lombardia all’Istria e alla Dalmazia: opere che illustrano compiutamente la varietà e l’altezza della pittura di Carpaccio, seguendone anche l’evoluzione; fino al capitolo conclusivo della sua carriera, tra secondo e terzo decennio del Cinquecento, quando l’arte del maturo maestro, pur rimanendo colta e suggestiva, pare non tenere il passo delle novità tematiche e tecniche introdotte da Giorgione.

Carpaccio (1465 ca. – 1525 o 1526) era un disegnatore superlativo: dal notevole corpus dei suoi disegni - il maggiore pervenuto a noi di un pittore veneziano del suo tempo - in mostra sono presenti numerosi studi su carta, spesso straordinari di per sé, che spaziano da rapidi schizzi compositivi d’insieme ad accurati studi preparatori di teste e pose. La mostra al Ducale propone ben 70 opere dell'artista, di cui 42 dipinti e 28 disegni, sei dei quali sono recto / verso.

 

Carpaccio formò e alimentò la sua arte nella tradizione pittorica veneziana dei Bellini, dei Vivarini, nonché di altre influenti personalità e tendenze, come la lezione dei toscani, dei ferraresi, di Antonello da Messina, dei tedeschi (Dürer) e dei ‘primitivi’ fiamminghi. Ne derivò una personalità subito originale e autonoma, soprattutto attratta dai particolari di flora, fauna e paesaggio, di architettura, arredo e decorazione, di abbigliamento ed esotismo. Il tutto composto con estro che spazia dal giocoso al teatrale, dell'aneddoto alla satira, ma giungendo anche a supremi vertici di poesia, psicologismo, drammaticità e profondità spirituale.

Grazie a questi molteplici ‘registi’ personali – per i quali Carpaccio fu di fatto l’inventore della pittura europea cosiddetta ‘di genere’ – egli fu soprattutto un insuperato ‘raccontatore di storie’; infatti, fu sempre celebrato soprattutto per i suoi cicli, serie coordinate di tele (teleri) che tramandano articolati racconti sacri: quasi cinematografici, perfettamente 'sceneggiati' nella loro eloquente narrazione visiva popolare, furono realizzati per le sale di riunione di confraternite religiose laicali, a Venezia dette scuole.

La grandiosa tela con il Leone di San Marco di Vittore Carpaccio (opera di oltre 3 metri di lunghezza)

“Tali opere basilari di Carpaccio – alcune rimaste a Venezia, ma altre esulate all'inizio nel secolo XIX in musei italiani e internazionali - sono troppo grandi e fragili per essere condotte in mostra (solo si è potuto riunire integralmente il ciclo smembrato della Scuola del Albanesi). Ma il visitatore potrà facilmente ritrovare in città tali essenziali capolavori; in particolare l’unico ciclo rimasto nella sede originaria, nella Scuola di Giorgio degli Schiavoni, anche grazie all’ingresso ridotto che la Scuola riconosce ai visitatori del Ducale”, evidenzia Mariacristina Gribaudi, Presidente di Fondazione MUVE.

La curatela del progetto è stata affidata Peter Humfrey, riconosciuto specialista del pittore e del suo contesto, con Andrea Bellieni, curatore dei Musei Civici di Venezia, e Gretchen Hirschauer, curatrice della pittura italiana e spagnola alla National Gallery of Art di Washington.

La mostra è stata l'occasione per sviluppare la collaborazione tra Fondazione Musei Civici di Venezia e Istituto Italiano di Tecnologia che rappresenta l’eccellenza della ricerca italiana nell’ambito della conservazione e dello studio del patrimonio culturale, potenziata anche dalla partnership con AerariumChain.

 

VITTORE CARPACCIO Dipinti e disegni
Palazzo Ducale, Appartamento del Doge
18 marzo - 18 giugno 2023

Fondazione Musei Civici Veneziani
in collaborazione con la National Gallery di Washington

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Venezia celebra i suoi 1600 anni

421-2021 - Il mito di Venezia sta anche nella leggenda della sua fondazione

4 settembre 2021 - Venezia celebra i suoi 1600 anni e lo fa anche con una monumentale mostra messa in scena nel luogo simbolo del potere e della gloria della Serenissima: il Palazzo dei Dogi in Piazza San Marco.

Il mito di Venezia sta anche nella leggenda della sua fondazione, coincidente con la posa della prima pietra della Chiesa di San Giacometo a Rivo Alto il giorno dell'Annunciazione alla Madonna: una leggenda che, tramandata dai cronachisti e storiografi veneziani, mise insieme racconti che si erano intrecciati nei secoli a sostegno della straordinarietà e del valore di Venezia: città eletta da Dio.

«L’anno sopradetto 421 il giorno 25 del mese di Marzo nel mezzo giorno del Lunedì Santo, a questa Illustrissima et Eccelsa Città Christiana, e maravigliosa fù dato principio ritrovandosi all’hora il Cielo in singolare dispositione...». Chronicon Altinate, XI-XII secolo.

La Repubblica Serenissima cade nel 1797

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