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Obbligo vaccinale: ''Imporlo è un crimine istituzionalizzato''

Francesca Donato europarlamentare: ''Misure in palese incostituzionalità''

(MARCO GIOVENCO Roma 5.1.2021 ) - «L’obbligo vaccinale imposto surrettiziamente tramite il meccanismo del green pass è un crimine istituzionalizzato». Non ha fatto giri di parole, l’on. Francesca Donato, europarlamentare attualmente candidata a Sindaco di Palermo, intervenuta alla due giorni di convegno scientifico “Pandemia, invito al confronto”, organizzato a Roma dal Coordinamento 15 ottobre e dall’associazione ContiamoCi.

L’europarlamentare ha esortato a rivendicare la necessità di muoversi nell’alveo di uno Stato di diritto, «perché la Costituzione fissa principi fondamentali che sono estremamente chiari e la loro applicazione è difficilmente eludibile» e ha svolto un’accurata disamina della parte del DL 172/21 che ha esteso in via temporale l’obbligo vaccinale per gli operatori sanitari (comunque già in essere dal precedente decreto) e per altre categorie di lavoratori, oltre ad aver abolito la possibilità di demansionamento come meccanismo alternativo alla sospensione al lavoro e non aver individuato criteri logici per distinguere le categorie cui è imposto l’obbligo.

Misure di cui ha rimarcato la palese incostituzionalità alla luce degli articoli 2 e 3 della Carta Costituzionale che riguardano la tutela del lavoro e il divieto di discriminazione fra cittadini.

Nel corso dell’intervento sono poi stati approfonditi gli aspetti relativi al tipo di sostanza che si sarebbe obbligati a ricevere. Sebbene una recente sentenza del Consiglio di Stato abbia ritenuto come “non sperimentale” la natura di questi cosiddetti “vaccini” perché autorizzati al commercio da parte di EMA e AIFA, è opportuno ricordare come le autorizzazioni date siano di tipo condizionato (specificato anche nei foglietti illustrativi dei quattro “vaccini/medicinali”, come indicato dalle stesse aziende produttrici) all’uso di emergenza e basate su report scientifici in progress. Vanno cioè riconfermate a scadenza periodica previa valutazione dei risultati contenuti nei report degli effetti avversi.

Stiamo parlando, dunque, di efficacia e sicurezza dei sieri e, dal momento che la possibilità di rinnovare avviene sulla base di dati costantemente raccolti, tutto questo, di fatto, si traduce in una sperimentazione svolta sui cosiddetti “volontari” che, firmando un consenso informato, si sottopongono al trattamento sanitario. Un consenso che, però, non è affatto libero (> leggi qui) perché dietro si cela la minaccia della perdita del lavoro e di libertà fondamentali garantite non solo dalla Costituzione ma anche dalla Dichiarazione universale dei diritti dell’Uomo.

Altro tema cruciale è legato alla sicurezza di coloro che ricevono questi farmaci: per l’anno 2021 il report AIFA indica 16 decessi con correlazione causale accertata con i cosiddetti “vaccini”, a fronte di oltre 600 segnalazioni di decessi basate su farmacosorveglianza passiva (non dunque attiva) impostata solo su segnalazioni spontanee e che, per ovvie ragioni, porta a una sottostima dei dati effettivi.

In ogni caso, prendendo a riferimento i dati AIFA e ritenendo che soltanto 16 su oltre 600 segnalazioni siano correlate al “vaccino”, si ha il dato spaventoso che in 272 giorni questi farmaci hanno provocato 16 decessi, cioè 1 ogni 17 giorni, quasi 2 al mese. E tutto questo solo in Italia.

«È qualcosa di tollerabile? – ha domandato provocatoriamente l’On. Donato -. E in base a questi dati si può ritenere compatibile con la Costituzione (art. 32) un obbligo che porta un cittadino a rischiare la vita? Ovviamente no!».

All’intervento è seguito il commento del prof. Alberto Donzelli, specialista in Igiene e Medicina preventiva, che condividendo le parole dell’europarlamentare, ha sottolineato come la previsione di obbligo vaccinale, alla luce dei dati emersi, non serva comunque a tutelare la salute degli altri.

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