
Pandemia: verso un nuovo modello sociale?
La crisi produce nuove comunità resistenti
Diciamo subito che quello che abbiamo scritto nel dicembre 2021 non è successo.
Proprio per questo - a cinque anni dalla pandemia - merita una riflessione.
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Pandemia: verso un nuovo modello sociale?
La crisi produce nuove comunità resistenti
dicembre 2021 - ''Crisi'' deriva dal greco ''krino'' che significa: separare, cernere. Spingendo l'area semantica del termine si arriva a discernere, giudicare, valutare. Usiamo la parola crisi come sinonimo di situazione negativa, peggioramento di una situazione in atto. E invece è proprio in quel "discernere, giudicare, valutare" la nota positiva: la crisi è un momento di riflessione, di valutazione, di discernimento, può essere il presupposto alla rinascita. Una crisi insomma può far bene e del resto i nostri saggi han sempre detto "non tutto il male vien per nuocere". E allora: se fosse questo (che è il momento peggiore della pandemia sotto tutti i punti di vista) il momento giusto per far fiorire un nuovo modello sociale?
Le leggi e le proteste legate al green pass, la quieta e non violenta rivoluzione dei semplici (si pensi alla battaglia di Stefano Puzzer e ai portuali di Trieste), le obiezioni mosse a dei farmaci presentati come vaccini che alla prima variante non funzionano più, le incongruenze di questi mesi stanno proprio portando a questo: ad una crisi così grave che, nell'atto di separare e cernere (la società è ormai divisa tra il noi vaccinati e il voi no vax), sta spingendo nuovi gruppi di pensiero.
Per la verità possiamo individuare già nel settembre scorso i semi di questa dinamica in un breve, ma intenso pensiero espresso dal filosofo Giorgio Agamben dal titolo Una comunità nella società, quando dopo aver rilevato che l'Italia è oggi un paese umanamente e politicamente in sfacelo ("...pronta a sacrificare non soltanto quelle che si chiamavano un tempo libertà costituzionali, ma persino ogni calore nelle relazioni umane") ipotizza e prefigura con lucide parole quello che può esserci all'orizzonte.
Agamben scrive: "...Credere che il greenpass significhi il ritorno alla normalità è davvero ingenuo. Così come si impone già un terzo vaccino, se ne imporranno dei nuovi e si dichiareranno nuove situazioni di emergenza e nuove zone rosse finché il governo e i poteri che esso esprime lo giudicherà utile. E a farne le spese saranno in primis proprio coloro che hanno incautamente obbedito". Cosa puntualmente accaduta. Ed ecco l'intuizione:
"In queste condizioni, senza deporre ogni possibile strumento di resistenza immediata, occorre che i dissidenti pensino a creare qualcosa come una società nella società, una comunità degli amici e dei vicini dentro la società dell’inimicizia e della distanza. Le forme di questa nuova clandestinità, che dovrà rendersi il più possibile autonoma dalle istituzioni, andranno di volta in volta meditate e sperimentate, ma solo esse potranno garantire l’umana sopravvivenza in un mondo che si è votato a una più o meno consapevole autodistruzione" - Giorgio Agamben, 17 settembre 2021
Questa spinta sta già prendendo corpo nel territorio. In Val di Sole, in Trentino, risulta che si siano già creati gruppi di cittadini che si stanno strutturando: hanno creato gruppi di acquisto, hanno dei terreni che destineranno alla coltivazione, hanno reclutato tra di loro figure professionali che possono porre le fondamenta per una realtà autonoma: il fornaio, il calzolaio... E magari presto si unirà qualche medico sospeso, qualche insegnante desideroso di una scuola libera che non discrimini.
Una nuova terra è possibile e in rete esistono molti contributi di pensiero come quella di Anne Givaudan scrittrice francese che ha dedicato molti studi alla sfera spirituale dell'individuo (qui il suo pensiero sulla pandemia) e ritiene questo periodo un ''tempo iniziatico'' certamente non facile.
Diremo grazie al virus solo se farà nascere una società che condivide, che si autogestisce, che sa andare oltre gli sprechi e le enormi contraddizioni di chi oggi gestisce il potere e un paese in profonda depressione. La soluzione non sarà tornare a prima quando il virus non c'era, ma andare verso una nuova dimensione di vita. Umana.
Autore: Corona Perer
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