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La Pineta di Dante

Delta del Po: alla foce del Bevano, il complesso boschivo di San Vitale

(Bevanella, Corona Perer) - Un patrimonio italiano di inestimabile valore. La Pineta di San Vitale rappresenta la parte più vasta del complesso boschivo che storicamente separava dal mare la città di Ravenna. Con oltre 1000 ettari di superficie, la Pineta è uno dei paesaggi naturali più caratteristici del ravennate. Al suo interno querce, farnie, lecci, frassini e pioppi, e un ricco sottobosco di asparagina e biancospino. Ci sono anche i pini da frutto, perciò nei mesi più freschi è meta prediletta e gioia per i “pineroli”, i raccoglitori di pinoli.

Siamo nella parte emiliano-romagnola del Delta del Po alla foce del Bevano, area di enorme interesse naturalistico.

Desta non poco stupore che quasi 500 ettari di questo territorio siano stati venduti a 10 centesimi di € a metro quadro! Tutto è avvenuto nel totale silenzio degli enti pubblici: Regione, Provincia, Comune, Stato, Parco del Delta del Po, senza nessun ente pubblico (dallo Stato alla Regione, dalla Provincia al Comune di Ravenna, e soprattutto l'ente gestore Parco del Delta del Po) facesse valere il diritto di prelazione.

Ha comprato la CPI Real Estate Italy S.p.A., fa capo a CPI  Property Group,  società fondata nella Repubblica Ceca e con sede in Lussemburgo, operativa sul fronte immobiliare in mezzo mondo, quotata nella borsa di Francoforte  ha come fondatore e socio di maggioranza  il magnate ceco Radovan Vítek, con un portafoglio immobiliare di 9,8 miliardi di euro e un fatturato di 291 milioni e pare che Vitek si sita comprando mezza Roma avendo saldato anche i debiti di Unicredit.

Chi ha venduto la Foce del Bevano? L'immobiliare Lido di Classe S.p.A. di Roma (capitale sociale di 255mila euro, soci Italmobiliare spa, Banca Nazionale del Lavoro, Parsitalia spa), che ne deteneva la proprietà dal 1971.

Ed ecco cosa è la Foce: la Pineta di Dante, che abbiamo visitato nel 2021 ! Un patrimonio italiano di inestimabile valore.

 

Delta del Po: alla foce del Bevano
Il complesso boschivo di San Vitale

(Corona Perer 2021) - Certamente anche Dante la vide e ci passeggiò. La Pineta di San Vitale rappresenta la parte più vasta del complesso boschivo che storicamente separava dal mare la città di Ravenna. Con oltre 1000 ettari di superficie, la Pineta è uno dei paesaggi naturali più caratteristici del ravennate. Al suo interno querce, farnie, lecci, frassini e pioppi, e un ricco sottobosco di asparagina e biancospino. Ci sono anche i pini da frutto, perciò nei mesi più freschi è meta prediletta e gioia per i “pineroli”, i raccoglitori di pinoli.

Siamo nella parte emiliano-romagnola del Delta del Po alla foce del Bevano area di enorme interesse naturalistico.

Voluta attorno all’anno mille dai Monaci di San Vitale, la Pineta aveva lo scopo di fermare l’avanzamento della sabbia salina e garantire un raccolto redditizio al monastero.

Passata in eredità a famiglie nobili locali e successivamente terra contesa, teatro di un massiccio disboscamento, nel tempo questa foresta è tornata patrimonio comunale, fino a diventare una sorta di gigantesco parco pubblico, poco a nord di Ravenna.

Da qualche decennio la Pineta di San Vitale fa parte del patrimonio del Parco Regionale del Delta del Po ed è oggi in espansione grazie a diverse azioni di rimboschimento effettuate all’Amministrazione Comunale e da alcune Cooperative agricole locali.

 

A poca distanza dalla Pineta, visitabile in barca, c'è l’area naturalistica della Foce del Bevano, uno dei siti con maggiore diversità ambientale in ambito litoraneo della Regione Emilia-Romagna.

La foce del Torrente Bevano è l'ultimo estuario ''meandriforme'' dell'alto Adriatico. E' libero di evolvere ed è protetto.

La Pineta di Dante è la linea scura all'orizzonte, ripresa dalla Foce del Bevano (foto C.Perer)

In alcune aree non ci si può entrare, ma nell'area circostante è possibile pedalare o navigare e godere di un patrimonio ambientale notevole: ben cinque chilometri di dune costiere attive, con alle spalle la pineta litoranea a Pinus pinaster e il sistema di zone umide perifluviali salmastre dell'Ortazzo e dell'Ortazzino ovest costituita da meandri, antiche dune costiere e prati umidi.

La zona umida dell’Ortazzo, antica valle d’acqua dolce ricavata da vecchie risaie, oggi vede intrusioni di acqua salata. La varietà e la complessità degli ambienti rende questo sito ricco di biodiversità per flora e fauna.

Nei territori del Delta del Po esistono operatori molto preparati che consentono di compiere itinerari a piedi, in bicicletta, in barca elettrica, in canoa, in bicicletta e in trenino. Noi siamo stati accompagnati in barca dal bravissimo e simpatico Sergio Montanari della Cooperativa Atlantide.

Al Centro Visite Bevanella si viene dotati di cannocchiale e la  guida illustra in generale il territorio prima dell'escursione. Questo è il naturale punto di partenza per qualsiasi tipo di visita: a piedi, in barca elettrica, in bicicletta o canoa.

Avere una guida che chiama col loro nome le specie di pesci e di uccelli che abitano questo angolo di mondo è impagabile.

In barca si passa a fianco di Ortazzo e Ortazzino e con la storica Pineta di Classe alle sue spalle, e si procede verso la Foce del torrente Bevano. Dove la pesca è bandita abbondano i cefali: saltano addirittura davanti o di lato alla barca. E abbondano anche gi uccelli che controllano con attenzione i loro movimenti. Il più avido di tutti è il cormorano.

Anche l'uomo fa la sua parte e ha costruito capanni privati (o in concessione) appositamente attrezzati per pescare e cucinare il pescato, non appena la rete del suo capanno si alza col suo prezioso raccolto.

Oltre ad essere un vero e proprio paradiso per i birdwatchers, che possono appostarsi grazie alla presenza di due torrette di avvistamento, il sito si presta a suggestive escursioni in barca o in canoa per godere a pelo d'acqua della bellezza di uno scenario naturalistico tra i più affascinanti del Parco del Delta del Po.

Il contesto è di straordinario valore paesaggistico. Si entra in uno degli ambienti più selvaggi e di maggiore valore naturale della provincia di Ravenna e dell’intero litorale Adriatico.

 

All'orizzonte ci sono sempre le due pinete: quella antica di Dante e quella piantata dall'uomo quando il mare cominciò a ritirarsi.

La Pineta è composta da radure, solitamente aride, che si aprono nel mezzo della foresta di pini, di frassini, di pioppi bianchi e di farnie, molti dei quali vegetano con la base del tronco immersa nell'acqua.

Il sottobosco è, invece, ricco di Biancospino, Prugnolo, Sanguinella, Ginestrella, Pungitopo, Asparago selvatico e funghi. In questo mosaico di natura, alle pinete si alternano bassure palustri e valli d’acqua dolce, chiamate pialasse, ampie lagune salmastre a contatto con il mare tramite canali, con acque a bassa profondità e fondali limoso-argillosi.

Abbondante la presenza di volatili e di specie protette come l’Airone bianco maggiore e la Garzetta. Numerose anche le specie nidificanti e facilmente osservabili, quali Volpoca, Sterna comune, Cavaliere d’Italia, Avocetta, Pettegola e Beccaccia di mare. Nel periodo primaverile ed estivo è diffusa la presenza del Fenicottero rosa.

La Pineta è oggi visitabile attraverso numerosi percorsi a piedi, in bicicletta o a cavallo (info:natura@atlantide.net). Da qui è possibile anche raggiungere le Pialasse di Ravenna, grandi lagune salmastre collegate al mare, visitabili anche a bordo di una piccola imbarcazione per ammirare da un diverso punto di vista meravigliosi scorci paesaggistici.

Una volta rientrati alla base, presso l'idrovora, si può visitare il Centro Visite Bevanella e il Cubo Magico, un museo interattivo e all'avanguardia che, attraverso tecnologie multimediali, fa scoprire al visitatore l'evoluzione geologica del territorio e apprezzare gli aspetti legati ai mutamenti climatici, alle dinamiche ed erosioni costiere, alle ingressioni saline di falda, alla gestione integrata delle aree costiere e alla gestione idraulica del territorio. (info per le visite: bevanella@atlantide.net). C'è un approdo nautico per le canoe, un piccolo ma ben fornito agricampeggio, un posto di ristoro al coperto e pannelli informativi molto utili, con mappe e informazioni naturalistiche.

In bici è possibile seguire il percorso ciclopedonale denominato antiche linee costa antichi porti e torri di guardia che parte da l'idrovora della Bevanella ubicata presso la confluenza tra il canale Pergami e il torrente Bevano per giungere fino alla Basilica di Classe.

 

Un soggiorno da queste parti deve assolutamente includere anche una visita alla Salina di Cervia. Ve la raccontiamo > qui.  La salina di origine etrusca, e tuttora in funzione, rappresenta la stazione più a Sud del Parco Regionale del Delta del Po. Da questo sito si estraggono i limi dei fanghi utilizzati alle Terme di  Cervia.

Lo stabilimento trmale è direttamente collegato alla Salina anche per l'utilizzo delle sue eccezionali acque preziose ai fini terapeutici.
Per organizzare un visita alla salina basta scrivere a:  salinadicervia@atlantide.net  o consultare il sito
www.atlantide.net/salinadicervia
 

www.atlantide.net/natura

 


Autore: Corona Perer

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