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Covid19: enigma mascherine

La domanda è: se le ondate proseguono...servono?

(Manuel D'Elia) - La domanda ce la siamo posta nel marzo 2021. La riproponiamo oggi : se le ondate proseguono...servono? Il virus c'è, il virus circola, nessuno lo nega. O meglio circolano le sue varianti. Ma dobbiamo chiederci anche se la nostra direzione va verso il giusto.

Avevo scritto ad un quotidiano locale per far notare come le statistiche ufficiali relative ai contagi mostrino, in modo inequivocabile, che l'introduzione dell'obbligo di indossare mascherine non ha sortito gli effetti sperati, ossia ridurre il numero di contagi. Questo vale per la Catalogna (obbligo da luglio) e per l'Italia (obbligo da ottobre). Visti i risultati, chiedevo a chi volesse rispondere se esistesse una qualche evidenza di efficacia, oppure se fosse possibile che sia proprio l'utilizzo scorretto delle mascherine a concorrere a far crescere i contagi (il testo completo lo trovate > qui).

Il giorno seguente mi rispondeva un medico su come indossare correttamente le mascherine e sull'efficacia di cinture di sicurezza e imbracature per arrampicate (il testo completo lo trovate > qui)

Purtroppo i dati, piaccia o no, sono esattamente quelli e mostrano una realtà palese: nè in Italia, nè in Catalogna, l'introduzione dell'obbligo di mascherina h24 anche all'aperto ha fatto diminuire (o almeno stabilizzato) il numero di contagi. Fonte di questi dati il  Catalan Health Department ossia quello che corrisponde all'ente deputato per la salute della regione.

Per quanto riguarda l'Italia, se l'obbligo introdotto a inizio ottobre avesse sortito qualche effetto, non saremmo a metà novembre con la discussione tra zone gialle, arancioni o rosse e le ipotesi di lockdown generale.
Questi sono solo due esempi, ma nel frattempo riformulo le mie considerazioni, sperando di essere più chiaro.

C'è un problema: il covid.
Stiamo applicando una strategia per combatterlo: le mascherine.
La domanda è: sta funzionando?
Cosa ci dicono i dati? Che il problema sta in realtà peggiorando.
Che il motivo sia insito nello strumento stesso (tenere a contatto di naso e bocca quella che in poche decine di minuti diventa, grazie al nostro alito, un ricettacolo di virus e batteri), ovvero risieda nel suo utilizzo improprio, in fin dei conti non fa differenza. Quello che conta sono i risultati.

La terza via sarebbe dimostrare che, senza l'introduzione dell'obbligo, i contagi sarebbero saliti ancora di più. Se qualcuno vuole provarci, ben venga.
Il medico riconosceva come un utilizzo improprio "potrebbe diventare pericoloso per se stessi oltre che per gli altri".

Ora, magari quello che osservo io non fa testo, ma in questi mesi penso che ognuno di noi si sia fatto una discreta esperienza in materia. Quel che noto tra le persone che frequento e che vedo, a prescindere da quanto siano convinte dell'efficacia della mascherina, è che molto spesso la "trattano male". La appoggiano su superfici non pulite, la tengono in tasca, allacciata al gomito mentre mangiano, se la aggiustano sul naso senza aver prima igienizzato le mani, non la cambiano ogni due o tre ore, non la lavano ogni giorno se è di stoffa, ecc.

Qual è la percentuale di persone che la usa in modo scorretto? E' rilevante? C'è qualche indicatore che ci dice che il numero di persone che la usa correttamente sta crescendo?

Ma per essere più chiaro userò una metafora da medico: abbiamo un paziente con una certa malattia e non sappiamo bene come trattarlo, quindi proviamo una cura sperimentale. Vediamo che dopo un mese non è migliorato, anzi è peggiorato. Cerchiamo allora in letteratura se c'è qualche precedente. Troviamo che un altro paziente, con la stessa malattia, è stato curato con la stessa cura per sei mesi di fila. Anche in quel caso, il paziente non solo non è guarito, ma è peggiorato. Cosa ne deduce il medico?

Quello che appare più incredibile, in tutta questa vicenda, è che si cerca di far apparire chi si pone delle domande, in questo caso sulle mascherine, come degli scappati di casa fuori di testa. Per tutti coloro si pongono delle domande è pronto il timbro: "negazionista!". Alla gogna.
Ma le stesse questioni che ho avanzato nella mia lettera sono, pari pari, quelle che si poneva l'Organizzazione Mondiale della Sanità non 50 anni fa, ma a marzo di quest'anno. Relativamente all'utilizzo delle mascherine per combattere la diffusione del covid, la CNN riportava queste parole da parte del Dr. Mike Ryan, executive director of the WHO health emergencies program: "There is no specific evidence to suggest that the wearing of masks by the mass population has any potential benefit. In fact, there's some evidence to suggest the opposite in the misuse of wearing a mask properly or fitting it properly".

Sappiamo che l'OMS ha cambiato idea, ma può essere una scelta politica più che sanitaria? Da marzo a oggi è cambiato qualcosa nella predisposizione delle masse ad usare correttamente questo DPI?
Da marzo a oggi è cambiato qualcosa nel modo in cui si comportano i virus delle vie aeree?
E  i medici stessi tutt'ora non sono tutti concordi.

Il dott. Tegnell, epidemiologo in capo alla squadra anticovid in Svezia, è molto critico sull'efficacia delle mascherine, per gli stessi motivi espressi a marzo dall'OMS, e infatti nel suo Paese l'uso ne è sostanzialmente sconsigliato (decine di testimonianze video mostrano come lì praticamente nessuno utilizzi mascherine, all'aperto come al chiuso). Il dibattito sui risultati ottenuti in Svezia è decisamente aperto, ma credo sia fuor di discussione che di epidemiologia Tegnell ne sappia di più di chi contestava le mie legittime domande.

Per concludere: se osservo 1000 incidenti stradali, probabilmente verificherò che 999 volte (numero ovviamente inventato) le cinture di sicurezza salvano vite o limitano i danni, mentre una volta su mille, magari, è la cintura stessa che li provoca (può capitare, conosco almeno un caso). Comunque, concordiamo sul fatto che, in via generale, il loro utilizzo è benefico e quindi è opportuno incentivarlo.

Se vogliamo paragonare le cinture di sicurezza alle mascherine, occorre prima verificare che il loro utilizzo apporti effettivi benefici. Non in laboratorio, dove possono essere usate in ambiente controllato da persone esperte, ma nella vita reale utilizzate da persone normali. Allacciare un cintura di sicurezza correttamente è banale. Indossare correttamente una mascherina, evitando un utilizzo improprio, è molto meno banale. E va anche dimostrato, possibilmente, che un utilizzo "proprio" dimostra di apportare benefici.
Altrimenti rimaniamo agli atti di fede. 

(Manuel d'Elia)


Autore: Manuel D'Elia

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