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SarsCov2 - L'affidabilità diagnostica di tamponi e test

Covid19 - L'affidabilità diagnostica di tamponi e test: incerta

(di Manuel D'Elia) - C'è la conferma  di un dubbio per la verità diffuso: gli indici RT avrebbero l'affidabilità paragonabile agli exit poll, in sostanza il range (o la forchetta, per meglio dire) sarebbe molto ampia. Un RT a 1,4 potrebbe in realtà situarsi in un range che oscilla tra 1,08 e 1,8.  E dunque come governare i territori con RT  "labili" quanto il responso di un "exit-poll"? Ad affermarlo niente meno che il presidente dell'Accademia dei Lincei Giorgio Parisi, intervenuto con il presidente del Consiglio Superiore di Sanità Franco Locatelli, a Mezz'ora (per riascoltarlo > Rai Play)

Ma quel che inquieta di più è la affidabilità reale dei tamponi, tema anche questo inquietante. Elon Musk, il fondatore di Tesla (le macchine elettriche), uno degli uomini più ricchi del pianeta, il 13 novembre ha pubblicato un tweet in cui afferma di aver fatto 4 test: in due era positivo, in altri due negativo.

Ecco il tweet:




Ma c'è anche un caso domestico: Valentino Rossi, dopo la positività e successiva negatività delle settimane scorse, martedì ha fatto un tampone in vista della sua presenza al GP di Valencia. E' risultato (leggermente) positivo. Per una persona "normale", con un lavoro "normale", questo avrebbe significato comunque uno stop obbligato. Altri giorni a casa (da sano) senza poter lavorare. Pazienza, tanti i soldi crescono sugli alberi. Valentino Rossi ha però qualche mezzo in più: ha chiamato il suo medico, mercoledì secondo test e poi giovedì un altro ancora. Doppio negativo.


Abbiamo già scritto come secondo pareri "illustri" i tamponi, analizzati sopra un certo numero di cicli, diano risultati alquanto poco affidabili, riscontrando non più virus "attivi", bensì residui ormai innocui di una pregressa infezione:

"A spiegarlo è Roberto Rigoli, primario di Microbiologia all'Ospedale di Treviso e vicepresidente nazionale dei microbiologi. "In laboratorio - dice in una intervista - si fa una amplificazione del genoma virale perché possa essere rilevato dagli strumenti". Una procedura seguita anche in passato, ma se "nei pazienti di marzo e aprile bastavano pochissimi cicli, ognuno dei quali raddoppia la quantità di virus, per arrivare a milioni di copie di Rna", nei positivi attuali invece servono “molti interventi di amplificazione". "Questo significa - spiega Rigoli - che nel rinofaringe è presente una carica virale bassa. Potrebbe trattarsi di residui della pregressa infezione, ormai innocui".

Quanti cicli vengono eseguiti sui campioni che vengono analizzati oggi? Se avete fatto un tampone, potete forse verificare voi stessi sull'esito. Pare si superino i 35/40.

A vedere cosa è successo a Musk e Rossi, viene quasi da pensare che si stiano basando calcoli, previsioni e contromisure sulla base di quello che appare essere un generatore di numeri casuali. Positivo, negativo, positivo, positivo, negativo, negativo... Chi ci dice che il doppio negativo di Rossi è corretto, mentre il primo positivo era falso?

Il dott. Mike Yeadon, già head of allergy and respiratory biology della Pfizer e co-fondatore della Ziarco ha recentemente pubblicato un lavoro nel quale sostiene di dimostrare come il 90% dei positivi rilevati dall'indagine Pillar 2 in Inghilterra siano in realtà dei falsi positivi (leggi qui).

E dunque lecito chiedersi qual è l'affidabilità di questo strumento diagnostico. Nel frattempo arrivano i test fai da te del Presidente della regione Veneto Luca Zaia. L'ha testato e mostrato su se stesso. Era negativo.

Mentre scrivo, in Alto Adige è in corso uno screening di massa che coinvolge tutta la popolazione. Non è obbligatorio, ma chi non vi si sottopone, non potrà andare a lavorare: permesso o ferie tra le opzioni. Resta il dubbio: questo screening darà risultati veritieri? O ci saranno falsi positivi e falsi negativi?


Autore: Manuel D'Elia

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