Scienza, Ambiente & Salute

Covid19 e misure di contenimento

La situazione non migliora. La domanda è: servono?

(18 ottobre 2020 - Manuel D'Elia) -Non passa giorno senza che tv e giornali ci ragguaglino sul nuovo record di positivi che sono stati individuati. Uno si potrebbe chiedere se questo allarmismo è giustificato. E' vero, aumentano i positivi, ma questo in gran parte perché aumenta a dismisura il numero di tamponi fatti. E questi positivi sono sostanzialmente tutti asintomatici. Persone che non dovrebbero essere contagiose, e che non dovrebbero essere considerate come tali.

Già a marzo 2020 il Telegraph aveva segnalato che in Inghilterra era stata trovata una partita di tamponi contaminati dal covid-19. Falsi positivi dai test? Ovviamente.
Il Washington Post a giugno: ''CDC, test probabilmente contaminati''.
Si prosegue con un lancio della Reuters del 25 agosto 2020: migliaia di Svedesi sono stati dichiarati falsi positivi al covid-19 a causa di kit fallaci.

Tralasciamo per un momento il tasso di affidabilità. Il problema è che, statisticamente parlando, alcuni di questi "positivi", anche se poi si negativizzeranno, quest'inverno moriranno. É inevitabile. Che sia di cancro, di infarto, di ictus... financo di incidente stradale o sugli sci, non importa, verranno tutti catalogati come morti covid. E saranno tanti.

Giornali e tv ci andranno a nozze evitando di chiedersi se il covid ha avuto effettivamente un ruolo nei decessi. Il Governo potrà così imporre nuove misure restrittive. Viene da chiedersi se questo serva a tutelare davvero la nostra salute visto che la situazione non migliora. 

Ricordate questa primavera, quando ci dicevano che non si poteva andare in montagna, nemmeno da soli, perché "certo, il virus lì non c'è, ma se ti sloghi una caviglia e devi andare al pronto soccorso? Hanno bisogno di tenere i posti liberi, sono già in difficoltà con il covid". Ecco qui  un elenco degli incidenti degli ultimi mesi con i monopattini elettrici distribuiti a destra e a manca con il bonus governativo.

Secondo il medico pediatra Ernesto Burgio, esperto di epigenetica e biologia molecolare, il covid-19 è una malattia molto seria, ma sostiene che l’obbligo di chiudersi in casa sia la cosa peggiore da fare da un punto di vista medico-sanitario.

Secondo lui, tutti i casi di coronavirus accertati dovevano essere isolati e curati in strutture indipendenti, per evitare il dilagare del contagio tra operatori sanitari e pazienti ricoverati per altri motivi.

Ma egli ritiene che la cosa migliore sarebbe stare all’aria aperta per disintossicarsi e ossigenarsi (i luoghi chiusi sarebbero i più pericolosi). Un contagio a “piccole dosi” generalizzato, per sviluppare un’immunità di gruppo naturale.

La sua opinione può essere ascoltata > qui.


Autore: Manuel D'Elia

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