Attualità, Persone & Idee

Siria, la guerra che non interessa più a nessuno

I bombardamenti turchi colpiscono la popolazione civile

Nel 2021 la Siria entrava nel suo 10° anno di guerra. Siamo al dodicesimo. La situazione odierna in Siria rimane drammatica anche a causa del terremoto nell'area al confine con la Turchia. L'embargo non consentì aiuti.

Ora la Ong italiana Un Ponte Per, presente nell’area ricorda questa tragedia continua e denuncia che bombardamenti turchi colpiscono la popolazione civile: “Messe fuori uso centrali idriche ed elettriche, impossibile sostenere la popolazione civile”.

“Come operatori umanitari chiediamo di poter continuare a fornire assistenza alle persone che da oltre 12 anni stanno subendo gli effetti della guerra in Siria, garantendo loro accesso al supporto di cui hanno bisogno”.  Così Rizwan Ul-Haq, Capo missione della Ong Un Ponte Per nel nord est della Siria, rispetto agli attacchi che la Turchia sta conducendo da mesi sull’area e che si sono intensificati negli ultimi giorni.   

A partire dal 13 gennaio infatti l’esercito turco sta conducendo attacchi simultanei aerei e via terra, colpendo indiscriminatamente la popolazione civile e centri vitali come centrali idriche, elettriche e petrolifere, con ripercussioni gravissime sulle persone, tra cui l’interruzione di acqua, corrente elettrica, riscaldamento.

In questi giorni sono stati oltre 220 i bombardamenti che hanno interessato le aree comprese tra Derik, Qamishlo, Amuda e Kobane, a cui si aggiunge il lancio di altri 112 attacchi via terra. Sono stati colpiti 92 siti civili e le vittime sono 12. Sono già 9 le centrali elettriche messe fuori servizio, causando la perdita di corrente in oltre 2mila fra città e villaggi.  

La mancanza di carburante, acqua ed energia sta creando gravi limitazioni al lavoro umanitario di Un Ponte Per e dei suoi partner. Le restrizioni di movimento impediranno a breve di portare servizi e assistenza alla popolazione. L’assenza di corrente elettrica e acqua nelle cliniche e nelle strutture sanitarie che sosteniamo renderà impossibile garantire assistenza sanitaria e cure, anche salvavita, alle persone colpite.  

“La situazione sta peggiorando di ora in ora” prosegue il Capo missione. “La popolazione è senza corrente e acqua e ci sono gravi restrizioni alla possibilità di spostarsi. Nel frattempo le temperature sono scese sotto lo zero. Non so dire per quanto riusciremo a fornire servizi salva-vita a persone che – è bene ricordarlo - per sopravvivere hanno bisogno dell’assistenza di organizzazioni umanitarie che garantiscano loro l’accesso a salute, cibo, acqua, igiene”.   

La gravità della situazione ha già costretto gli operatori di Un Ponte Per sul campo a fare scorta di carburante laddove possibile, in modo da poter garantire alcuni spostamenti e il funzionamento dei generatori, necessari per mantenere operative cliniche e ospedali.  

Un Ponte Per opera nel nord est della Siria dal 2015, con interventi di ricostruzione del sistema sanitario locale in collaborazione con numerosi partner locali.

In questi anni insieme abbiamo garantito la riabilitazione e la creazione di 15 cliniche e ospedali e di un sistema di ambulanze, garantendo il diritto alla salute alla popolazione colpita da 12 anni di conflitto. 

 

 

 

www.giornalesentire.it - riproduzione riservata*

Commenti (0)

Articoli correlati