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Corato, la città dell'olio sulla via Traiana

Al Museo della Città e del Territorio reperti e storia di una civiltà

Quando si parla della 'cultivar coratina' si parla di Corato, riconosciuta città dell'olio che vanta nel suo territorio un numero considerevole di ulivi, robusti testimoni viventi di una storia antica. Corato è costruita attorno a due cerchi concentrici che definiscono l'abitato tra le fertili campagne della Murgia disseminata di ulivi e vigne basse. Le strade sono lastricate in bianco/nero con candide chianche alternate a pietra lavica. Siamo nel cuore della Puglia Imperiale.

Nel centro storico, sempre molto vivace e affollato, il campanile della chiesa madre è custode della storia e di un volto di straordinaria bellezza della Madonna di Costantinopoli.

Non lontano dalla città è possibile visitare la Necropoli di San Magno, memoria dei ritrovamenti dell'età del bronzo. E' il museo della città e del territorio a custodire queste importanti tracce di storia e di testimonianza. Articolato in due sezioni, che restituiscono una storia particolare quella di una civiltà contadina che con orgoglio conserva le proprie tradizioni agresti, vi si raccontano le origini dalla preistoria fino al 1900.

L'edificio si trova in via Trilussa all'angolo di via San Domenico: era il carcere cittadino ma oggi il percorso espositivo - che ha mantenuto intatte le tracce lasciate dai detenuti e dell'architettura tipica di un istituto di pena - conserva i più antichi ritrovamenti archeologici di 8000 anni fa provenienti dall' insediamento Neolitico di Torre Paone e si snoda tra le testimonianze preromane e romane della Necropoli di San Magno alle pietre miliari della via Traiana.

La strada di Traiano è narrata in una sala dove sono conservate le testimonianze archeologiche di maggior rilievo del territorio coratino in età romana cioè i miliari della via Traiana, la strada costruita dall'imperatore nel secondo secolo dopo Cristo, come alternativa alla via Appia, per congiungere più agevolmente Benevento con Brindisi allo scopo di collegare Roma all'Adriatico e quindi alla Grecia e all'oriente.

Collocati durante la realizzazione della strada negli anni 108-109 d. C. i miliari presentano lo stesso testo e differiscono solo per una cifra posta in alto che indica la distanza di Miglia romane da Benevento città di origine della strada.

In una sala sono conservate due immagini della Vergine che testimoniano la devozione di queste terre: si tratta di due altissimi esempi di realizzazione artistica ad opera di artisti cinquecenteschi molto raffinati che guardano sia alla cultura napoletana che a quella Ferrarese. Infatti il Ducato di Corato era nei possedimenti di Lucrezia Borgia sposa in seconde nozze di Alfonso d'Este, Duca di Ferrara. Ed è proprio grazie a questo connubio che giunsero in città gli echi della grande arte rinascimentale Ferrarese (un edificio del centro è del tutto simile al Palazzo dei Diamanti). Le due opere conservate nel museo coratino sono la deposizione della Croce o Pietà, databile alla prima metà del Cinquecento, ed un altorilievo in pietra locale della Madonna del Carmine.

Il museo della città e del territorio di Corato ha il vanto di aver riconvertito un istituto di pena per riempirlo di cultura e trasformarlo in potente trasmettitore alle nuove generazioni di quello che Corato fu nei secoli, un contenitore culturale del quale la comunità va giustamente orgogliosa.

L'intero museo non possiede barriere ed è quindi accessibile anche ai diversamente abili, alcuni elementi lapidei (come i miliari) sono fruibili anche dagli ipovedenti o non vedenti grazie a speciali ausili tattili. Questa prima sezione più propriamente storica si integra con la sezione antropologica che raccoglie oggetti tradizionali e vari attrezzi di lavoro delle attività agricolo pastorali che hanno sempre contrassegnato questa area della Puglia.

A Corato come in tutta la Puglia il paesaggio ha negli ulivi i suoi primi protagonisti. Le piante arrivano fino alle alture dell'Alta Murgia dove il terreno è favorevole all'agricoltura per la posizione strategica sia rispetto al mare sia rispetto alla montagna. La cultivar coratina nota con il nome di "Racioppa di Corato" conferisce all' olio extravergine di oliva un colore verdognolo intenso e un particolarissimo retrogusto amarognolo con sensazioni piccanti, ed è un elemento fondante della dieta mediterranea. A lungo è stato utilizzato come olio da taglio. Oggi l'olio extravergine di cultivar coratina è apprezzato in tutto il mondo ed anche esportato. Da queste parti la gastronomia è straordinaria: le burrate, i calzoni, le cozze gratinate, fichi secchi e mandorle, sono degustazioni tipiche da non farsi mancare mai.

Una degustazione va programmata alla Masseria Cimadomo di San Magno di Corato, dove la tipicità  dei prodotti e delle ricette per trasformarli è interpretata con rigore. L'antica dimora agricola risalente al 1792 è anche un piccolo museo agricolo grazie alla famiglia Cimadomo che ha mantenuto intatta nel tempo la masseria, situata nel cuore del Parco Nazionale dell'Alta Murgia.

I promotori del territorio sono costantemente impegnati a valorizzare sapori e colori di Puglia, ma anche a segnalarne la sua attrattività anche nei mesi di bassa stagione, grazie agli eventi del territorio. A Maggio ad esempio si puà partecipare a "Murgia in fiore" che il Comune di Corato ha promosso insieme al Patto Territoriale Nord Barese Ofantino per parlare di piante e fiori del territorio ricco di piante officinali dai principi attivi di alta qualità.

Anche per questo che visitare Corato è attingere alla Puglia più autentica, quella Imperiale, dentro un territorio dalla conformazione geologica tipica, che nel giro di pochi chilometri offre emozioni memorabili: dalla Cattedrale del Mare di Trani a Castel del Monte opera di "Stupor Mundi". Al secolo Federico II di Svevia.

 

Dove mangiare:
"Masseria Cimadomo" nei pressi di Castel del Monte
"After Bar" in Piazza Sedile a Corato


Autore: Corona Perer

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