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Cristiana Moldi Ravenna e il senso della parola

Riflessioni sul mito - ''Elena e la Guerra'' (ed. Supernova)

Come possiamo capirci se non attraverso la parola? Ma la parola è il veicolo di una trasmissione veritiera o stimola il nostro udito in modo che ci sia una reazione o una certa conseguenza? Chi parla è consapevole che ogni individuo riferisce a se stesso tutto quello che dice? Ed ancora: la parola è pura forma o è contenuto in se stessa?

E da queste premesse che Cristiana Moldi Ravenna muove per scrivere "Elena e la guerra" (edizione Supernova) nel quale la storia diventa un poemetto per il teatro che ha molto a che vedere con il nostro tempo. Sono 3 i libri usciti nel 2020, uno è già in ristampa. "Li ho scritti sotto effetto stress covid" dice l'autrice, che oltre a rivistare il mito di Elena-la-Bella ha scritto un dialogo sulla malattia  in "Exit Esistenza" e di clima in "Facciamo sul Serio", editi sempre con Supernova.

La figura di Elena, particolarmente suggestiva, viene rivisitata in chiave contemporanea. ''Certamente l’idea di partenza è quella tradizionale, in particolare la figura della donna “contesa” e allo stesso tempo “arbitra” del destino di due uomini Menelao e Paride" spiega l'autrice.

"La figura di Elena viene trasformata, resa contemporanea, aggiungendo dei dati che le tolgono la responsabilità sociale della moglie che tradisce il marito e le affidano un ruolo nuovo, contemporaneo, dei giorni nostri, che all’epoca della guerra di Troia non c’era... o se c’era non era svolto dalle donne: la traduttrice simultanea".

E' la parola e la semantica in generale il campo prediletto dalla poetessa, performer, scrittrice, curatrice di pubblicazioni d'arte e autrice di opere destinate al teatro.

"Nel momento storico in cui viviamo oltre al dramma virus che ci travolge tutti in tutto il mondo vediamo etnie e razze diverse attraversare le strade, soffermarsi davanti alle vetrine, viaggiare in mezzi di trasporto, commentare e scambiarsi pareri in lingue molto diverse dalla nostra magari con suoni gutturali, emissioni di fiato, singulti. Noi non possiamo capire le singole parole, ma spesso intuiamo quello che viene detto. Riflettere sulla nostra ridotta capacità di intendere, sulla casualità del nostro modo di esprimersi, sulla condizione limitante di semplici ascoltatori-osservatori, ci rende più partecipi e attenti agli altri", aggiunge Cristiana Moldi Ravenna.

Il suo studio l'ha condotta in vari settori della semiologia, da quella urbana e rurale a quella sperimentale e sociale. Laureata in Lingue e Letterature Straniere a Ca' Foscari, e  attratta da sempre ai problemi della scrittura, ha curato mostre in cui coesistono testi di poesia  e ricerca visiva,  espressa tramite performance, disegni, immagini Polaroid e video. Ha scritto poesia per il teatro e continua a produrre cultura.

Ed è appena uscita una nuova fatica: 24 brevi racconti che compongono  ''A VENEZIA coincidenze''. Tra tematiche storiche, attuali ed esistenziali, la ricerca dell’autrice, ‘coincide’ con il vivere ossessivo di ora, e di allora, che costringe a un’attesa in cui le uniche attività possibili sono: guardarsi in giro, considerare le finestre, i pavimenti e le pareti delle stanze come l’unico mondo, l’unico confine.

"Le coincidenze si susseguono fino a quando, nel momento di stasi forzata, cercando di eliminare carte mai controllate prima, viene ritrovato, inaspettatamente, un documento molto importante per la vita e il lavoro del padre, nel momento tragico delle leggi razziali" spiega l'autrice che nel 1996 ha vinto  il premio "Teatro e Scienza" indetto della città di Manerba con "Primo Grillo, Secondo Grillo" copione teatrale che ha immaginato come una esercitazione per giovani attori.

Collabora Nexus della fondazione nel 1993, ed  ha organizzato incontri di poesia in molte città italiane e dal 1978 al 1995. E'  inoltre coautrice con Guido Sartorelli di numerose mostre in Italia e all'estero che hanno avuto per oggetto la ricerca la decodificazione dei messaggi culturali nella città..


Autore: Corona Perer

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