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Made in Brexit - Sprint Time

...E finalmente accordo c'è stato!

(Timperley, UK - Margherita Vitagliano) - Ci è voluto uno sprint finale, ma finalmente è possibile dire Made in Brexit! Perchè finalmente accordo c'è stato, ma sapere se sarà la svolta positiva è un'impresa anche qui in Brexit, dove vivo ormai da diversi anni.

In quell'areo che mi portava in England non avrei mai potuto immaginare che sarei diventata una ...extra-comunitaria.

L'accordo è arrivato nel pieno di una tempesta perfetta: la variante inglese del virus, che isolava da tuttii,  e il distacco dall'Europa con le frontiere chiuse. E' stato il momento in cui ogni suddito ha veramente  colto come l'isola "isolata" poteva diventare una zattera.

E le corse al supermercato alla ricerca dell'ultimo cavolfiore, han fatto tremare i polsi a tutti. Toccherà attendere la ratifica degli accordi per capire come si metterà per davvero.

Nel frattempo Happy Brexit Time!

23 dicembre 2020

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GREAT BRITAIN OUT... FINALLY

(maggio 2017) -  La Gran Bretagna è fuori. C'è chi ha festeggiato e chi no, qui dalle mie parti personalmente non ho visto molti festeggiamenti, solo sentito dei fuochi d'artificio allo scoccare della mezzanotte.

Ma tutto non è certamente iniziato nel migliore dei modi: colpa di un foglio di carta con dedica, apparso in un blocco di palazzine popolari nel Norwich con scritto di non tollerare persone che parlano altre lingue in quel palazzo, di parlare inglese. L'invito: ritornare tranquillamente da dove gli stranieri sono venuti. Se il buongiorno si vede dal mattino, facile fare le previsioni per i giorni a venire.

Eccolo qui:

Purtroppo in questi anni anche a me è capitato qualcosa di spiacevole, dall'autista del bus che fa finta di non capire il mio indirizzo (ne ho scritto qui su SENTIRE), all'automobilista che mi alza il dito medio solo perché la mia macchina ha la guida a sinistra. Fortunatamente non sono tutti cosi. Certo bisogna imparare la lingua del paese che ti ospita, ma nessuno ti può vietare di essere libero di parlare la tua lingua quando vuoi con chi vuoi.

In fondo anche loro sono stati emigranti, sono partiti per le Americhe, l'Asia, l'Africa, e l'Australia, si sono adattati alla cultura locale, hanno imparato la lingua e vissuto pacificamente, ci sono andati da conquistatori, imponendo la loro lingua distruggendo culture, decimando popolazioni nel nome della grande corona inglese e del progresso. Sono persino riusciti ad ammazzarsi tra di loro in America, tra nordisti e sudisti....

Il razzismo non morirà mai (purtroppo) e questo non è solo un problema inglese, ma globale. La tensione del resto è evidente. Ci si sente di troppo, ci si sente ancora più stranieri.

Quell’aereo preso ormai quasi 5 anni fa mi ha portato attraverso le nuvole qui, a Timperley. Per alcuni sono stata coraggiosa, forse è stata solo incoscienza. So solo che ho lasciato qualcosa dietro le mie spalle, forse troppo. E qualsiasi ricordo anche quello di un semplice fiore di primavera può ferirmi.

Ricordo un anno fa nel parco di Timperley, il dialogo surreale con due bulli. Stavamo raccogliendo margherite, le stesse che sbocciano a primavera anche in Italia, ma quelle erano speciali: profumavano di ricordi. Insegnavo a mia figlia ad infilarle e creare bracciali, come ha fatto mia nonna con me. Ad un certo punto due bambini ci osservavano come fossimo extraterrestri. Finchè un impavido si fermò per farci alcune domande:

“Where are you from?
"Italy" abbiamo risposto.
"What are you doing here?"

Era stato chiaro: non "cosa fate" ma..."Che ci fate qui?"
Bella domanda, me lo sto ancora chiedendo.

"I britannici sono favorevoli all'immigrazione" dice la radio. Infatti ora sono benvenuti solo dottori e scenziati, cervelloni, gente qualificata. Voglio proprio vedere - tra qualche anno - dove prenderanno la forza lavoro di cui necessitano. Qui sono tutti bancari e banchieri...

http://www.margheritavitagliano.eu/

 


Autore: Margherita Vitagliano

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