Attualità, Persone & Idee

La violenza genera violenza

Le vie dolorose di Gaza - di Ibrahim Faltas

di Ibrahim Faltas* -Sulle vie dolorose di Gaza la violenza ha fatto solo macerie. Non si possono giustificare l’aggressività e la sopraffazione che spingono alla violenza quando dovrebbe prevalere la ragione dell’amore che esclude l’odio: non sono parole di circostanza, sono le “leggi” a cui i credenti di ogni religione dovrebbero aderire per fede e con l’unica interpretazione possibile, il bene.

Da troppi mesi il mondo vede quello che succede a Gaza ma non guarda e non trova la possibilità di fermare la morte e la sofferenza di più di due milioni di persone.

Da troppo tempo assistiamo impotenti ad azioni disumane nell’indifferenza di chi vede i profitti della guerra e consente il fuoco che distrugge persone e ospedali, ma non vede, finge di non vedere e permette modalità disumane di morti che superano, per numero e per atrocità, l’irragionevole legge della vendetta.
Chi giustifica la violenza, chi provoca morte, chi costruisce piani di guerra, chi non aiuta la vita e impedisce gli aiuti e i soccorsi può ancora definirsi responsabilmente capace di governare e di cambiare nel bene la storia dell’umanità?

Abbiamo visto immagini e abbiamo sentito racconti dolorosi.  Gaza è la grande tragedia del mondo. Come nel 2014. Ma nel 2021 gli scontri furono anche a Gerusalemme, alla porta di Damasco, sotto la mia finestra, e poi alla spianata delle moschee, più di 200 focolai di rivolta  tra città e villaggi in tutto il Paese. Ed ora la violenza è andata oltre Gaza, è entrata in Cisgiordania.

Stiamo assistendo inermi, ad una violenza uomo contro uomo inaudita, una violenza ereditata dal  grande fallimento delle risoluzioni applicate nel 1967, e dall’indifferenza della comunità internazionale di trovare una soluzione per il conflitto tra Israele e Palestina. Una vera guerra  di violenza tra coloni ebrei e arabi israeliani e lo stesso avviene nelle zone occupate della Cisgiordania.

In  questi giorni  sono stato contattato per alcune  interviste, e dalle notizie che  ascolto dai telegiornali, tante volte trapela,  una scarsa conoscenza del territorio, e della popolazione che ci vive. È scoppiato l’ennesimo conflitto in Medio Oriente con tutta la sua inaudita violenza dei bombordamenti tra Gaza e Israele, dove assistiamo inermi alla distruzione  di case, di famiglie costrette ad abbandonare tutto,  di tanti feriti e morti  da entrambi le parti, e in contemporanea  scoppia una  guerra  fatta di  parole e notizie, che impatta in maniera altrettanto grave sulla vita delle persone che stanno vivendo questa tragedia.

Per capire il Medio Oriente, e cosa sta accadendo,  occorre avere una conoscenza della storia locale, ad esempio in Israele, insieme ai cittadini  israeliani, e ai coloni, che possono essere ebrei o laici, vivono gli arabi israeliani del '48, che  possono essere cristiani o musulmani, ma tutti sono cittadini israeliani con passaporto israeliano.  In Cisgiordania vivono i palestinesi, possono essere cristiani o musulmani, e hanno un passaporto palestinese. A Gerusalemme, oltre ai cittadini israeliani, vivono i palestinesi, che non hanno nessun passaporto: possono avere una carta d’identita’ di Gerusalemme, se sono arabi del '67, oppure un lasse’-passe’.  Questo e’ il   mosaico di una popolazione che vive nello stesso territorio, ma che non ha gli stessi diretti.

La strada, è diventata il teatro di una guerra a colpi di bastoni e di sassi, mentre veniamo informati dettagliatamente delle strategie di guerra tra Hamas e Israele, che hanno gia’ fatto molte vittime, non ci si sta rendendo conto del pericolo che il Paese sta correndo. La gente ha paura a uscire di casa, per timore di subire violenze, perche’se  sei arabo, o se  sei ebreo, rischi anche di morire!

Non è una guerra solo tra Israele e Hamas, come è stato nelle precedenti Intifada tra Israele e Cisgiordania,  dove le parti possono decidere di cessare il fuoco e trovare un accordo.
Qui siamo di fronte a una popolazione inferocita, da entrambi le parti, che sta cercando di farsi giustizia da soli, e dove non c’e’ nessun interlocutore.

La violenza genera violenza, tutti dobbiamo fermarla!

*Ofm
Vicario della Custodia di Terra Santa
Gerusalemme

2 aprile 2025

 

 


Autore: Ibrahim Faltas

www.giornalesentire.it - riproduzione riservata*

Commenti (0)

Articoli correlati